

Guida completa per la protezione in sicurezza del tuo tagliere in legno
Vuoi ridare vita al tuo vecchio tagliere in legno? Vuoi acquistare un tagliere di qualità ma non sai quali caratteristiche deve avere?
La finitura di un tagliere è fondamentale dato che i prodotti con cui proteggerai il legno entreranno a contatto con il cibo. Ci sono molte informazioni contrastanti su quali oli o sostanze sono più appropriate per la protezione e la manutenzione di un tagliere da cucina in legno. Purtroppo in Italia non esiste una normativa specifica in tal senso, per cui ti consiglio di stare attento e soprattutto di informarti su cosa è stato usato nel trattamento del tuo tagliere. Il seguente elenco ti aiuterà nell’identificare i prodotti più utilizzati in commercio, spiegandone la natura, i pregi e i difetti.
olio minerale
Senza dubbio è il più diffuso ed utilizzato. Ma cos’è l’olio minerale? Altro non è che un derivato del petrolio: la paraffina liquida. L’olio minerale è incolore, inodore e insapore. La parola chiave qui è food-safe, in quanto devono essere raffinati in una certa misura per poter divenire idonei al contatto con gli alimenti. Quindi bisogna fare molta attenzione ai prodotti in commercio: esistono tipi di olio minerali che non sono affatto sicuri, questi oli possono infatti essere utilizzati come lubrificanti per macchinari, automobili, hardware etc. Leggi attentamente l’etichetta: che sia chiaramente specificato idoneo al contatto con alimenti.
Te lo consiglio? Sì e no. Sì perché le proprietà sono adatte al mantenimento dei taglieri in sicurezza. No perché è un derivato del petrolio. Personalmente sono contrario all’uso di prodotti non naturali nel rispetto dell’ambiente. E poi tu mangeresti un derivato del petrolio?
olio di vaselina uso farmaceutico e/o uso enologico
Stesso discorso dell’olio minerale: buone proprietà ma è anch’esso un derivato del petrolio, tant’è che il suo vero nome è petrolato. Anche qui fa attenzione alla specifica sull’idoneità al contatto con gli alimenti.
Te lo consiglio? Sì e no. Sì perché è economico e le proprietà sono anche qui adatte al mantenimento dei taglieri. No perché è un derivato del petrolio e l’espressione “metti del petrolato sul tuo tagliere” suona veramente male.
olio di tung
Un olio derivato dall’albero di tung originario della Cina meridionale, è molto popolare nella lavorazione del legno per creare un aspetto satinato con una leggera tinta dorata. Tuttavia, ci sono due motivi per essere cauti:
1) alcune persone sono terribilmente allergiche all’olio di tung in quanto deriva da un albero di noci,
2) spesso i produttori chiamano vernici “olio di tung” come nome generico per un prodotto che contiene in verità una piccola quantità di olio o fornisce una finitura simile.
Perciò usa cautela se vuoi utilizzare olio di tung, probabilmente contiene sostanze chimiche tossiche non destinate al consumo umano. Se usi olio di tung, cerca olio di tung puro al 100%.
L’olio di tung è un olio siccativo, ovvero che, grazie ad un processo di ossidazione a contatto con luce e aria e di polimerizzazione, crea uno strato superficiale molto sottile, una sorta di pellicola. L’effetto sul colore è morbido e naturale, per quanto riguarda i tempi di essiccazione quelli dell’olio di tung sono particolarmente lunghi ed emana un forte odore che potrebbe influire nelle vostre preparazioni.
Te lo consiglio? No perché potrebbe causare reazioni allergiche, perché prevede tempi di essiccazione eccessivamente lunghi e per l’odore persistente.
olio di lino
Questo olio si ottiene dalla pianta di lino. L’olio di lino cotto viene riscaldato e trattato con sostanze chimiche che lo rendono tossico per l’uomo. L’olio di lino crudo è invece sicuro per il consumo umano. Come olio organico, col tempo potrebbe divenire rancido. L’irrancidimento è un problema comune a tutti gli oli organici causati dall’idrolisi e/o dall’autossidazione dei grassi. Per noi umani, questo significa un odore sgradevole e un gusto cattivo. Detto questo, l’olio di lino non irrancidisce così rapidamente come altri oli.
L’olio di lino è anch’esso un olio siccativo ma a differenza dell’olio di tung conferisce al legno toni più caldi.
Te lo consiglio? No perché potrebbe irrancidire.
olio di noce
L’olio di noci è simile all’olio di lino con ulteriori inconvenienti: in primo luogo proviene da noci, quindi sii cauto per i familiari o gli ospiti allergici. Inoltre è molto costoso e, come l’olio di lino, alla fine andrà rancido. L’unico vantaggio è che l’olio di noci ha un ottimo odore.
Te lo consiglio? No perché potrebbe causare reazioni allergiche e potrebbe irrancidire.
olio d’oliva, olio di semi etc.
Sotto questa voce generica rientrano tutti gli oli che utilizzi normalmente per cucinare, per cui sono sicuramente commestibili e non tossici, purtroppo è altrettanto sicuro che presto irrancidiranno. A differenza degli altri oli sopra descritti, qui non conta la qualità, anche se ti produci da solo il migliore olio extravergine d’oliva biologico del mondo stai certo che dopo alcuni mesi, o pochi anni se sei fortunato, diventerà rancido e il tuo tagliere sarà quindi inutilizzabile.
Te lo consiglio? Assolutamente no perché prima o poi diventeranno rancidi.
olio di cocco
Un olio commestibile estratto dalla carne delle noci di cocco mature. L’olio di cocco è una sostanza sempre più popolare utilizzata per svariati usi: cosmetici, idratante per la pelle, sapone, per cucinare e friggere e persino candele. E’ anche privo di noci nonostante il suo nome!
L’olio di cocco da utilizzare nel nostro caso deve essere raffinato utilizzando un processo di distillazione a corrente di vapore. Durante questo processo, l’olio di cocco viene separato in modo che i trigliceridi a catena lunga (LCT) vengano rimossi e solo i trigliceridi a catena media (MCT) vengano lasciati. Questo lascia un olio quasi puro che non andrà rancido, sarà stabile e superiore alla maggior parte degli altri oli per il trattamento non solo di taglieri, ma anche di altri utensili da cucina.
Te lo consiglio? Assolutamente sì: è naturale, non irrancidisce e possiede ottime proprietà adatte al mantenimento dei taglieri in sicurezza, ma che sia raffinato nella maniera corretta.
cera d’api
Anche la cera d’api è una scelta popolare per la manutenzione del tagliere. La cera d’api è una secrezione delle api (Apis mellifera) con la quale costruiscono le strutture interne dell’alveare (favo) dove viene immagazzinato il miele.
A differenza degli oli, che sono in grado di penetrare in profondità nei pori del legno, la cera offre una protezione più superficiale, rendendo la superficie del tagliere idrorepellente. Per questo motivo viene spesso realizzata una miscela di cera con olio, in diverse combinazioni.
Normalmente, la cera d’api è un ingrediente talmente sicuro e ben tollerato da non provocare alcun tipo di effetto indesiderato. Tuttavia, non si può escludere la possibile insorgenza di reazioni allergiche in individui sensibili, in particolar modo quando non è del tutto purificata poiché può contenere tracce di miele, propoli, polline o altre impurità.
Te lo consiglio? Sì, ma in combinazione con un olio: la cera d’api è naturale e possiede ottime proprietà idrorepellenti.
cera carnauba
La cera carnauba deriva dalle foglie di una palma originaria del Brasile. A volte chiamata “la regina delle cere”, carnauba è apprezzata per la sua finitura lucida e la resistenza all’acqua ed è spesso utilizzata in cere per automobili, lucidi, cosmetici e persino filo interdentale.
A differenza della cera d’api, la cera carnauba è di origine vegetale e quindi la scelta migliore anche per i vegani più rigorosi.
Come la cera d’api, creme per taglieri disponibili in commercio spesso contengono una miscela di cera carnauba e olio.
Te lo consiglio? Sì, ma in combinazione con un olio: la cera carnauba è naturale, di origine vegetale e possiede ottime proprietà idrorepellenti.
vernici per legno
Inutile dirti che di norma le vernici per legno che trovi sugli scaffali dei vari brico o ferramenta non sono idonee al contatto con gli alimenti. La maggior parte delle vernici contengono solventi chimici tossici per l’uomo, il cui solo compito è la conservazione dello stato liquido delle vernici stesse per poi evaporare durante l’asciugatura. Lo strato di vernice finale poi si scheggerà e si staccherà quando esposta a oggetti affilati come coltelli. Quindi:
– le sostanze nelle vernici possono essere tossiche per l’uomo,
– avere piccoli pezzi di vernice nel cibo può rovinarne l’aspetto e il gusto.
Te le consiglio? Assolutamente no.
ricetta segreta dell’artigiano
Io che vi scrivo sono un artigiano e non gioco a fare il piccolo chimico, soprattutto se è in ballo la salute dei miei clienti. Secondo me la qualità passa anche dalla trasparenza. Voi mangereste qualcosa che non riporta gli ingredienti o che sull’etichetta riporta “ricetta segreta”? Immagino di no. Lo stesso accadrebbe cospargendo il tagliere con qualcosa di non identificato che alla fine contaminerà i vostri cibi.
Te la consiglio? Assolutamente no. Diffida degli “artigiani” che spacciano le proprie creme o oli come “prodotti sicuri”, questi non avranno certificazioni di sorta e di certo non sono stati soggetti ad alcun controllo.
Conclusioni
Quindi abbiamo visto insieme alcune delle sostanze più comuni utilizzate per il trattamento e la manutenzione dei taglieri in legno. Tirando le somme: qual è la migliore? Credo che questa sia la domanda sbagliata da farsi, piuttosto bisogna essere consapevoli che si tratta di un tema complicato e che è in gioco la salute nostra e dei nostri cari. La mia scelta dunque si rivolge a prodotti specificatamente studiati e certificati idonei al contatto con alimenti da organi competenti secondo le normative europee. Tutto ciò considerato, ricordati sempre di cercare solo prodotti di alta qualità ed affidati solo a produttori seri e riconosciuti. Infine assicurati sempre di leggere attentamente l’etichetta del prodotto.
Cosa utilizziamo noi di Daidalos Design?
Dopo un’attenta ricerca e sulla base dell’esperienza, abbiamo deciso di utilizzare esclusivamente i prodotti specifici e certificati della Uulki, della Borma Wachs e della Nuncas. Sono prodotti di qualità superiore: 100% di origine naturale e 100% sicuri.
Ora che conosci il prodotto giusto per la finitura del tuo tagliere, vuoi consigli su come utilizzarlo? Sai come pulire e manutenere correttamente il tuo tagliere in modo naturale?
Leggi il nostro approfondimento cliccando qui.
Cosa ne pensi di questo approfondimento? Dubbi, domande? Lascia un commento, ti risponderemo quanto prima
Piri
Ciao, per trattare oggetti in legno decorati con pirografia sempre con fine ad uso alimentare, che finitura consiglieresti ?
DAVIDE COTICELLA
ciao, con o senza pirografia non vedo differenze, valgono tutti i consigli dell’articolo. Ma forse non ho capito la domanda, nel caso puoi spiegarti meglio?
jacopo
Allora… su fonti autorevoli potrei scivolare… hahaha… mi sono semplicemente messo al pc e approfondito prima di tutto la tecnica di “distillazione” in corrente di vapore, ci sono molti forum o siti che ne parlano anche un libro molto tecnico (https://www.nuovaestrazione.it/pdf/LibroDanieleNaviglio.pdf). Detto ciò si capisce che da questo specifico sistema di distillazione si ottiene degli idrolati, nel nostro caso a quanto intuisco (non ho nozioni chimiche sufficienti per esserne certo) tale raffinazione dell’olio di cocco serve a purificarlo dall’odore e da quel minimo di acidi grassi che si porta dietro dalla spremitura, passatemi il termine, della copra che poi di per se è “l’elemento grasso” che a noi ci disturba.
DAVIDE COTICELLA
Grazie jacopo, mi riprometto di approfondire ancora di più la questione appena avrò un po’ più di tempo! buone feste
jacopo
Ti ringrazio tantissimo! Mi hai aperto un mondo in merito a questo argomento, ho iniziato a studiare tutti i vari tipi di raffinazione dell’olio di cocco (ma quanti ne esistono!) e grazie alle tue dritte ho capito che l’unico olio di cocco che non irrancidisce è quello raffinato a corrente di vapore… mi sono messo a cercare su internet e sono arrivato con molto sforzo a questo prodotto: https://www.yesorganic.it/it/prodotti/olio-di-cocco-bio-senza-odore (se ho sbagliato e violo qualche regola a postare il link rimuovetelo pure, è solo per condividere il mio approfondimento). Pertanto forse, credo di aver trovato grazie a te una soluzione validissima per trattare i miei futuri taglieri…. Del tutto naturale…. Senza ricorrere al petrolato (si suona veramente male 😂)
DAVIDE COTICELLA
ciao jacopo, sono veramente felice di esserti stato d’aiuto. Vorrei sottolineare come lo spirito di questo mio modesto blog è proprio quello di diffondere la cultura e l’amore per la lavorazione del legno, per cui non non c’è problema se vuoi condividere un link di un prodotto che ritieni idoneo, perché aiuti tutti noi ad approfondire l’argomento. Detto questo ne approfitto anche per scusarmi con te e con tutti se i commenti vengono prima moderati, ma capirete che altrimenti si riempie il blog di spam. Tornando a noi, saresti così gentile a condividere anche qualche link di qualche fonte autorevole su cui hai studiato? Come sei giunto alla tua conclusione? Perché la raffinazione a corrente di vapore è l’unica opzione? Grazie in anticipo se vorrai rispondere. p.s. ebbene sì, il petrolato suona veramente male!
jacopo
Buongiorno, articolo molto interessante, v vorrei provare a utilizzare l’olio di cocco… ma non quello uulki (giá provato) ma un ollio di cocco puro. Nell’articolo ho letto che deve essere estratto secondo un procedimento particolare. Su internet ho trovato diversi oli di cocco 100% puri alimentari, ma mi domandavo se quello che fa riferimento lei è un prodotto specifico. Potrebbe darmi qualche delucidazione in merito? Grazie mille! Buon lavoro!
DAVIDE COTICELLA
Buongiorno jacopo e grazie per la domanda.
Tutti gli oli alimentari sono sicuramente idonei al contatto alimentare in quanto noi umani possiamo ingerirli in tranquillità. Tuttavia è vero anche che tutti i grassi esposti all’aria alla fine vanno rancidi e l’olio di cocco non è immune. Ora non sono un chimico, ma sono uno cui piace studiare ed informarsi, ed anche wikipedia afferma che “Tra gli oli vegetali l’olio di cocco è tra quelli che hanno la minore quantità di acidi grassi insaturi. Questo gli conferisce una notevole stabilità all’ossidazione e irrancidimento”. Le parole “notevole stabilità” mi suggeriscono che anche il miglior olio di cocco, seppur più idoneo degli altri tipi di olio, alla fine diventerà rancido, perchè stabilità non è immunità. A logica l’unica soluzione è eliminare la causa del processo, ovvero quei tipi di grasso responsabili dell’irrancidimento, e nel nostro caso la soluzione è questa particolare distillazione in corrente di vapore di cui accenno nel post. Detto questo dovresti chiedere ai vari produttori se l’olio che vendono sia stato trattato anche per questo scopo. Personalmente quindi ti sconsiglio di prendere l’olio di cocco non specifico per il trattamento dei taglieri. Spero di essere stato un po’ più chiaro
Mauro
Buongiorno, quali sono le procedure per ottenere la certificazione ad uso alimentare?
Grazie.
DAVIDE COTICELLA
Buongiorno a te Mauro. Sono spiacente ma sinceramente non ne ho la più pallida idea, per questo mi affido a produttori seri con prodotti già certificati. Bisognerebbe chiedere a loro o al limite agli enti certificatori! Ma suppongo sia un iter lungo e costoso. Se riesci a scoprire qualcosa in più facci sapere che la tua è una domanda molto interessante per tutti
giuseppe
buongiorno,
volevo realizzare un tagliere in legno di faggio. quale prodotto mi consiglia?
grazie
DAVIDE COTICELLA
salve Giuseppe,
la finitura di un tagliere non dipende dal tipo di legno utilizzato, quindi puoi scegliere il prodotto giusto indipendentemente dal tipo di legno.
valgono i consigli che trovi nell’articolo. saluti